La percezione del cambiamento






 

Scelgo questa immagine.

Scelgo le montagne.

E' una foto scattata nel mio posto preferito quando mi è arrivata chiara la percezione che sarebbe stato tutto diverso.

Selva di Valgardena. Sassolungo e Sella al tramonto. Sulla sinistra quella che per tanti anni è stato il posto delle vacanze mio e della mia famiglia.

E' il 2 giugno del 2018. Abbiamo portato mamma in montagna e siamo ancora noi 4. Da un anno nelle nostre vite è entrata la malattia di Alzheimer che lentamente , ma nemmeno troppo, sta circondando, assalendo e annientando mamma.

L'abbiamo portata perché chissà come andrà poi. L'abbiamo portata per fissare dei ricordi nel nostro posto.

La diagnosi ci ha lasciati tramortiti.

Per lungo tempo parlando della malattia mi trovavo ad avere gli occhi grondanti di lacrime senza poter costruire nessun argine.

Senza respiro.

Cercando di puntellare una riva franosa.

Allora ho pianto. Tanto, tantissimo.

Poi ho cercato, inutilmente, di capire. Poi di rendermi utile per farla stare almeno serena e farla sentire bene, per farla sorridere.

Così siamo andati in montagna.

Lì ho sentito il dolore della caduta. Quello che prima di attutirsi diventa ancora più forte e batte in testa.

Lì ho capito che avrei dovuto imparare di nuovo a camminare.

Non uso il verbo camminare a caso: da sempre ne ho bisogno per riflettere, per prendere le distanze, per mettere a fuoco, per calmarmi, per cambiare prospettiva.

Camminare è la mia arma segreta, la bacchetta magica, la formula dell'invincibilità. 

E io ho camminato. Questa volta con una direzione ben precisa.

Commenti

Post più popolari