Le parole magiche: SCUSA
Ma ammettere uno sbaglio ci fa paura.
Eppure facciamo una fatica enorme a pronunciarla. A casa, al lavoro o per strada, spesso non è la prima parola che ci sale alle labbra.
Al massimo la utilizziamo per zittire il nostro interlocutore prima di intervenire per togliergli la parola.
Non siamo più interessati a riconoscere l’errore, a prenderne atto, ad evitare che si replichi: piuttosto con una certa prepotenza lo riaffermiamo e diamo valore alla testardaggine, a un modo cocciuto e ostinato di interpretare la vita.
Scusa, invece, è una parolina semplice che, come dimostrano anche recenti studi neurologici, migliora le relazioni umane, fino a illuminare la parte del nostro cervello dove è collocata l’empatia.
Ed è una parola chiave della buona convivenza, con Permesso e Grazie, che abbiamo riposto in un cassetto ben chiuso. Usarla con generosità non significa mostrarsi deboli o remissivi, quanto aperti alle buone relazioni.
Vi segnalo un bel libro non solo per i vostri figli: se vogliamo che crescano educati e rispettosi è bene fornire loro il nostro esempio.
Le sei storie delle paroline magiche (edizioni Gribaudo), scritto da Sara Agostini È un libro che fotografa come sei parole rimosse nel nostro vivere quotidiano (Ti voglio bene, Per piacere, Grazie, Scusa, Pazienza, Ciao) possono aiutarci ad affrontare con leggerezza anche i momenti di tensione più forte con gli altri. Non a caso, in Giapponese Scusa e Grazie sono la stessa parola.
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